L'attualità dei Sepolcri di Ugo Foscolo

Durante gli anni liceali ho avuto modo, su consegna della mia professoressa di letteratura italiana, di comporre un saggio breve sul valore civilmente connotato della memoria dei defunti quale mezzo per evitare che imprese e personaggi del passato vengano avvolte dall’oblio. La trattazione partiva dunque dalla concezione foscoliana contenuta all’interno del poemetto (o carme, a detta del Foscolo istesso) intitolato Dei Sepolcri (1807). A quella trattazione diedi il titolo La tomba: guardiana della civiltà o inutile illusione? Essa infatti puntava, riprendendo e confermando in pieno le tesi espresse dal Foscolo, a dimostrare come, se da una parte una concezione materialistica della natura, come quella che implicitamente sostenevo nel saggio, rende vana qualsiasi speranza di beatitudine eterna per le anime dei defunti cari; dall’altra una siffatta visione della commemorazione funebre ha su di sé una grandissima responsabilità di cui la civiltà non può togliersi il peso; quella di salvaguardare e garantire il ricordo e la memoria storica dei grandi del passato o semplicemente dei cari di cui vorremmo serbare un dolce, ma anche rispettoso, ricordo.

Aldilà del valore individuale, e per così dire personale, di questa visione, vi si scopre anche un grande valore civile, che ha proprio nei Sepolcri la sua affermazione, laddove viene espressa la necessità di distinguere la tomba del letterato o del condottiero da quella del vile criminale o assassino. La civiltà, infatti, giacché debitrice, culturalmente o storicamente, nei confronti dei grandi del passato ( vedi il Parini, vedi il Garibaldi, vedi il Foscolo stesso), ha l’obbligo morale di preservarne la memoria e assurgere la loro figura, sia pure storicamente connotata ( e non rispecchiando, eventualmente, tutte le sfaccettature, ad esempio, di un Garibaldi-uomo), a exemplum di condotta etica, civile e intellettuale.

Tutto ciò in virtù di quello che chiamerò “senso civile”, il sentimento che spinge l’uomo a sentirsi debitore nei confronti di colui o coloro che hanno contribuito a forgiare le tradizione storiche, artistiche e culturali del proprio Paese.

Una riflessione sull’attualità dell’opera foscoliana qui considerata sembrerà quindi scontata o inutile, poiché la problematica di cui si sta trattando gode di un’importanza che la rende attuale in qualsiasi epoca. Tuttavia è mio intento mettere in risalto la questione, giacché essa molto di sovente viene avanzata in ambito pubblico.

Mi ritengo disponibile dunque a qualsiasi commento o replica.

Lascio il saggio di cui sopra in allegato, e ne consiglio la la lettura qualora vi fosse necessità di comprendere meglio la mia posizione nel dibattito.

https://drive.google.com/file/d/0BzI08gJYUrjBYnQ4OW5HR1JCdGM/view?usp=sharing


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