Sulla Disobbedienza Civile di Thoreau

Tempo fa mi capitò di leggere a proposito di un saggio dello scrittore e poeta americano Henry David Thoreau. Il saggio, dal titolo Civil Disobedience ( Disobbedienza civile, 1849), è considerato di fondamentale importanza nella storia della protesta pacifica e della filosofia della non-violenza.
Ho deciso di avviare una riflessione generale sull'importanza delle tematiche introdotte da Thoreau anche nel contesto attuale.

La composizione dell'opera (in breve)

L'opera di Thoreau nasce da un'esperienza di protesta vissuta dall'Autore stesso nel 1846. In occasione della guerra intrapresa dagli Stati Uniti contro il Messico, era stata imposta ai cittadini una tassa supplementare ( "poll-tax") per finanziare il conflitto che, fin dall'inizio, aveva preso le sembianze di una vera e propria guerra di espansione e di diffusione dello schiavismo. Thoreau, non volendo sottoporre le proprie convinzioni e la propria coscienza ai capricci di un governo che tutto cercava tranne il benessere dei suoi cittadini, si rifiutò di pagare tale tassa e venne quindi imprigionato prima che qualcun altro (forse la zia di Thoreau stesso) non pagò l'imposta per lui.
Fu nel breve periodo passato dietro le sbarre che il famoso saggio di Thoreau trovò la sua genesi. Esso venne poi steso e quindi pubblicato nel 1849, in realtà con il titolo Resistance to Civil Government ( Resistenza al governo civile); il titolo definitivo, più noto, sarebbe comparso solo dopo la morte dell'Autore (1862).

Importanza storica e significato attuale

Date le premesse e le conclusioni della riflessione thoreauiana, una riflessione intrisa di un profondo significato etico-civile, esso esercitò un'enorme influenza sulla successiva storia della protesta non-violenta e dell'obiezione di coscienza, nozioni entrambe che rientrano nel nuovo concetto di "disobbedienza civile", introdotto appunto per la prima volta dal saggio omonimo.
Prima di esporre, però, il valore che l'etica civile di Thoreau può offrire oggi, vorrei sottolineare la rilevanza storica dell'opera. E' indubbio infatti ch'essa abbia influito in maniera importante sulle correnti della protesta non-violenta del ventesimo secolo. Se, infatti, gl'uomini della seconda metà del 1800 non assorbirono la lezione di Thoreau, essa aveva evidentemente anticipato le tempistiche e attendeva una vera e propria evoluzione nel modo di vedere il potere politico. Eppure un'appiglio col suo tempo la Disobbedenza civile, se non lo manifestò impetuosamente, quantomeno lo svelò: sto parlando della spinta anarchica; ma essa è solo accennata e pertanto ( e in più negata dallo stesso Thoreau) e la controversa questione se Thoreau fosse anarchico o meno non viene qui trattata e (forse) rinviata ad altra sede.
La potenza dello scritto di Thoreau si espresse in piena regola nel Novecento, con Gandhi e Luther King. Entrambi lessero la Disobbedienza e ne intesero l'intensità e il significato. 
Ed in effetti Gandhi si fece promotore, e mise in pratica egli stesso, la "Satyagraha" ( termine che può essere tradotto, in senso non letterale, come "resistenza passiva"), una forma di protesta che non prevede, anzi aborrisce, l'uso della violenza.
D'altra parte, è indubbio che anche la protesta di Martin Luther King per i diritti dei neri negli Stati Uniti si rifaccia tanto al modello di Thoreau quanto a quello di Gandhi. Con la sua dottrina e il suo esempio, King ha decisamente riaffermato la necessità di una ribellione individuale che, comunque, si limiti ad un atteggiamento della coscienza, e non sfoci in una rivolta violenta (vedi, a tal proposito, il mio articolo sull'attività di Martin Luther King).
In definitiva, ciò che accomuna Thoreau, Gandhi e Luther King può essere ricercato in questo assioma fondamentale, il quale enuncia che l'etica individuale viene prima di quella statale, che i principi giuridici, prima di essere assurti a leggi, devono passare al vaglio della coscienza umana e, infine, che ogni uomo ha il diritto, e anzi il dovere, di opporsi ad imposizioni che negano e minacciano tale assioma.
Per come intendo io il tutto, penso che l'insegnamento di Thoreau sia attuale a tutti gli effetti, non come elemento di qualche dottrina politica, ma piuttosto come vero e proprio principio di onestà intellettuale e di atteggiamento civile.

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