Il dialetto di Cerreto d'Esi

Il piccolo comune in cui abito, Cerreto d'Esi (AN), rappresenta un centro interessante per lo studio dei dialetti marchigiani, perché presenta caratteristiche che lo rendono un dialetto di transizione tra quelli di area anconetana e quelli maceratesi, pur presentando delle caratteristiche particolari che non figurano in nessuno dei due gruppi sopra menzionati.
Il dialetto cerretese tradizionale è quello ancora parlato dagli anziani, o comunque da generazioni non più giovani. Le nuove generazioni, infatti, compresa la mia, presentano una parlata che, pur mantenendo qualche peculiarità dell'antico dialetto, risulta del tutto simile a quella della vicina Fabriano o anche a quella di Matelica (nella zona di campagna attorno al paese), che è già di area maceratese.

Il dialetto di ieri...

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L'originale dialetto di Cerreto (lu dialettu de Ciaritu) presenta caratteristiche morfologiche che lo avvicinano più ai dialetti maceratesi che a quelli anconetani: tra questi, l'uscita in -u di sostantivi e aggettivi, l'uso degli articoli determinativi singolari lu o 'u (lu gattu, lu pà)
e 'a ('a monnezza) e del plurale li (li munielli, li pommidori) e dei pronomi issu (egli, lui) ed essa (ella, lei); l'indebolimento dell'articolazione occlusiva bilabiale sonora (a Cerreto termini come bello, barba, birra suonano ancora vello, varva, virra, con la iniziale che più che una vera e propria v è un suono intermedio tra b e v: questo fenomeno è proprio dell'area maceratese ma è caratteristico anche della parlata fabrianese; non a caso il nome dialettale di Fabriano suona Favrià); il passaggio delle affricate palatali sonore a fricative palatali sonore (per cui in giacca, valigia, tragedia la g, preceduta da vocale, suona come la j francese, analogamente a quanto avviene in toscano); l'indebolimento delle occlusive dentali sorde ( 'un'altra volta' è n'andra orda); il passaggio delle occlusive velari sorde e delle occlusive palatali sorde ad articolazioni sonore ('crema' diviene grema < lat. volg. CREMA, 'colpo' gorbu < lat. volg. COLPUS); assimilazione progressiva di -nd- (per cui lat. volg. *ANDITARE annà per 'andare' o lat. (IMM)UNDITIA > monnezza per 'immondizia').
Alcuni di questi fenomeni meritano tuttavia un'attenzione maggiore, perché nascondono delle peculiarità che non sono proprie del maceratese: ad esempio, nei dialetti della provincia di Macerata in alcuni casi le affricate palatali sonore passano ad approssimanti palatali sonore ( i semiconsonantica per intenderci), cosa che non avviene nel cerretese. 'Un altro giorno' suona n'andro giornu a Cerreto ma n'andro jornu nelle zone maceratesi (fanno eccezione termini come 'giù' o la particella pronominale 'ce', che suonano jo e je a Cerreto : Annamo jo al campetto 'Andiamo giù al campetto', No' je la fo più 'Non ce la faccio più (= sono sfinito)'; a Cerreto e dintorni (prima fra tutte Fabriano) l'indebolimento delle dentali sorde può spingersi anche oltre, fino alla loro scomparsa: si vedano ad esempio i participi 'mangiato' e 'andato' che suonano magnau o magnao e annao o 'nnao. 
Differenze sostanziali si notano anche nel lessico, più vicino a quello fabrianese ( un esempio su tutti il termine muniellu 'bambino, ragazzino' analogo al fabrianese munello o monello e non certo al maceratese o fermano frigu ) ed in alcune radici verbali, come si evince dalla seguente tavola comparativa:

Italiano (ANDARE)
Cerretese/Fabrianese (ANNA’, Gì)
Maceratese (Jì)
Io vado
Io vò 
Io vò
Tu vai
Tu vai 
Tu vai
Egli va
Issu/lui va 
Issu va
Noi andiamo
Noi annamo (gimo)
Noi jemo
Voi andate
Voi annate (gite)
Voi jete
Essi vanno
Issi/loro vanno
Issi vanno

Del tutto particolare è poi la metafonia dell'antico dialetto cerretese, che non ha nulla a che vedere con quella caratteristica invece del maceratese. Per metafonia si intende un fenomeno fonologico che consiste nella modificazione del suono di una parola per l'influenza della vocale finale sulla vocale tonica. A Cerreto vigeva (oggi non più) un meccanismo metafonetico per cui: per azione di -u finale è si dittonga in  (tièmbu < lat. TEMPUS 'tempo', fratiellu <* fratellu < lat. FRATE(R)  'fratello').

... e quello di oggi

Come già anticipato, il dialetto parlato oggi a Cerreto è più vicino a quello di Fabriano, e ha perso alcune delle sue caratteristiche distintive:
- gli articoli lu, 'u e li hanno lasciato il posto a forme più "italianizzanti" del tipo 'l e i, ji (Oggi 'l tempo è bòno 'Oggi c'è un bel tempo' , Vo a prende i monelli 'Vado a prendere i bambini')
- le terminazioni in -u sono state sostituite dalle normali terminazioni vocaliche italiane
- il meccanismo metafonetico non è più produttivo: termini come 'fratello' o 'coltello' hanno metafonia analoga a quella dell'italiano (fratello , cortello).
- il pronome issu non è più utilizzato, mentre essa resiste ed è in uso anche a Fabriano.


Nota al lettore
Le informazioni che ho fornito, in assenza di un numero apprezzabile di pubblicazioni sull'argomento, si basano su conoscenze personali e sul Libro di Cerreto di Maria Canavari, pubblicato ad opera del comune nel 1996.

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