Le mille facce della Psichedelia

Quando si parla di rock psichedelico classico (senza considerare dunque la Neo-psichedelia) ci si riferisce ad un arco cronologico preciso, piuttosto ristretto, connotato da una grande vena di innovazione ma anche di eterogeneità. Infatti, non si può dire che si tratti di un genere codificato e unitario, ma piuttosto di un grande movimento musicale caratterizzato da molteplici espressioni. Cercherò di presentare alcune delle principali espressioni del rock psichedelico anni '60, limitandomi a fare riferimento alle band e agli artisti che conosco o ascolto maggiormente.

Origini 

Il movimento psichedelico ebbe inizio a grandi linee nella seconda metà degli anni '60, accompagnandosi ai movimenti di rivolta giovanile e alla cultura hippy. Esso ha il proprio fondamento nell'uso di particolari droghe, le droghe psichedeliche (LSD, mescalina, funghi allucinogeni, DMT, ...), in grado di indurre, secondo gli artisti musicali protagonisti di questo movimento, degli stati di coscienza e percezione assolutamente privilegiati e inesperibili nelle situazioni di apprezzamento comuni dell'arte. Chi intendeva produrre questo tipo di musica, ma anche chi avrebbe poi voluto ascoltarla, avrebbe dovuto vivere l'esperienza musicale sotto l'effetto di quelle sostanze.

Caratteri principali 

Non è facile tracciare un quadro comune delle caratteristiche musicali dei brani che vengono classificati come psichedelici. In generale, però, possiamo rilevare i seguenti caratteri:
- suoni distorti e aggressivi
- atmosfere allucinate e surreali
- liriche metaforiche, allusive o di oscura interpretazione.

Alcuni rappresentanti 

Come detto, la Psichedelia raccoglie una grande varietà di tendenze musicali. Possiamo individuare alcuni filoni a cui ricondurre artisti o band.

  • Blues-rock psichedelico (Jimi Hendrix, Cream, The Doors): questo filone è caratterizzato da una forte influenza blues. Sono presenti livelli di distorsione medio-alti, frequente uso di strumenti elettronici, assoli basati su scale blues. In alcuni casi vi sono anche rimandi al jazz (The Doors, Cream, ...). I risultati sono brani musicali caratterizzati da un'evidente vena acida (Purple Haze di Hendrix, I Feel Free dei Cream), ma generalmente molto orecchiabili e dotati di un groove prepotente (Roadhouse Blues e Peace Frog dei Doors). Le atmosfere riprodotte possono variare molto: si va da brani più allucinati e rarefatti (Badge dei Cream) ad altri decisamente romantici e decadenti (Light My Fire dei Doors e All Along the Watchtower, reinterpretazione hendrixiana di un pezzo di Bob Dylan).
  • Folk-rock e pop-rock psichedelici (Beatles, Jefferson Airplane): l'influenza blues, seppur presente, è meno evidente rispetto al filone blues-rock. I brani sono generalmente molto orecchiabili e vicini alla musica pop. Ricordiamo almeno Lucy in the Sky with Diamonds dei Beatles e Somebody to Love dei Jefferson Airplane).
  • Rock psichedelico "indipendente" o progressivo/ space rock (Pink Floyd e altri): le esperienze che si situano in questo filone rivelano una relativa lontananza rispetto all'eredità blues del rock tradizionale, puntando a strutture compositive più complesse e impegnative. I generi di cui accoglie comprendono spesso il jazz e la musica classica. L'approccio è orchestrale, con massiccio uso di tastiere e sintetizzatori. Le strutture sono irregolari, con grande spazio concesso all'improvvisazione. Le atmosfere indotte sono desertiche, malinconiche o anche spaziali (lo space rock nasce proprio in questo contesto). Per questo filone emblematica è Interstellar Overdrive dei Pink Floyd.

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