Utopia, irrealizzabilità e inattività

Il sostantivo utopia e l'aggettivo utopico/a sono utilizzati per indicare progetti o idee che, per palesi motivi di ordine pratico, non possono essere messi in atto concretamente. Questi termini vengono utilizzati in una vasta gamma di casi, anche se molto spesso impropriamente.
La maggior parte delle volte che sento utilizzare questi termini è in riferimento a progetti politici o di ricostruzione della società. E' noto, ad esempio, che gli ideali comunisti, socialisti e anarchici siano spesso accusati di utopia. Ma, a ben vedere, mi sembra che in questi casi vi sia un errore nell'impiegare termini come utopia e utopico.
Questi termini, infatti, dovrebbero essere utilizzati, per una questione di chiarezza, nei casi in cui ci si riferisca ad idee che non possono essere realizzate per motivi che non riguardano la volontà delle persone. Ecco perché i famigerati progetti di 'pace nel mondo' o 'uguaglianza di tutti gli esseri umani' non dovrebbero essere catalogati come utopie. Essi infatti dipendono dalla volontà delle persone. Il fatto che non vengano realizzate è dovuto semplicemente al fatto che ci sono persone che si oppongono a questi progetti e costoro hanno un potere maggiore rispetto a chi li promuove.
Il fatto di restringere l'applicazione della terminologia "utopistica" rappresenta un passo in avanti verso la chiarezza di idee e verso la presa di coscienza che ci sono idee che non hanno nulla di irrealizzabile quanto a 'praticabilità', ma non godono di sufficiente appoggio per essere trasposte nella realtà.

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