Filosofia del rock - The Velvet Underground, ovvero la psichedelia nichilista

Quando fecero il loro debutto su album, nel 1967, i Velvet Underground erano poco più che un gruppo di giovani allo sbaraglio, non digiuni di esperienze musicali ma neanche tecnicamente eccelsi, dediti più alla vita dei sobborghi che a quella delle metropoli, pienamente partecipi della cultura hippie e delle (non) regole che quella cultura implicava: libertà nel consumo di sostanze psicotrope, libertà sessuale, edonismo sfrenato.
Se da una parte tale cultura veniva trasposta nel rock in modo aggressivo e scevro di intellettualismi (acid rock) e dall'altra esso stimolava sperimentazioni artistiche più raffinate (rock psichedelico di stampo progressista), i Velvet Underground seppero proporre una terza via, non energetica quanto la prima né complessa quanto la seconda, ma più tormentata, poetica e terrena di entrambe.
Abuso di stupefacenti, promiscuità, ambiguità sessuale, degrado suburbano... Questi sono gli ingredienti letterari dell'album The Velvet Underground and Nico. Grazie anche alla partecipazione della cantante Nico e ai testi melanconici e scabrosi di Lou Reed, i Velvet Underground resero delle basi musicali semplici e basilari dei veri e propri mattoni della musica rock d'avanguardia. Lo sperimentalismo sonoro, molto diverso da quello floydiano perché molto meno pretenzioso, avrebbe in seguito ispirato generi come il punk e il rock alternativo.

Commenti

Post più popolari