Sigmund Freud pippava cocaina

L'austriaco Sigmund Freud (1856-1939) è universalmente noto per essere stato il padre della psicoanalisi e anche uno dei primi esponenti della psicologia scientifica. Forse non tutti sanno però che fu anche, agli inizi della sua carriera, un sostenitore dell'uso della cocaina e un diretto consumatore di questa sostanza.

La carriera medica e la cocaina
Quando Freud iniziò la sua carriera come medico, verso l'inizio degli anni Ottanta dell'Ottocento, non si sapeva praticamente nulla sugli effetti della cocaina. In realtà, Freud avrebbe voluto condurre ricerche più approfondite su questa sostanza ed eventualmente promuoverne l'uso in ambito clinico. Si convinse in particolare che la cocaina potesse sostituire un altro antidolorifico, la morfina, in quanto apparentemente priva degli effetti collaterali che questa invece problematicamente presentava.

L'incidente e l'abbandono
Ma nonostante le forti speranze nutrite da Freud nei confronti della cocaina, egli dovette ben presto ricredersi; e nonostante gli iniziali successi della sostanza come analgesico (ricerche ispirate a Freud avevano intravisto una certa efficacia della cocaina nelle operazioni agli occhi), a Freud la cocaina si rivelò anche nella sua componente distruttiva.
               Essa non era infatti priva del rischio di assuefazione, ma anzi questo rischio, estremamente elevato, poteva comportare il raggiungimento di una condizione psico-fisica disastrosa. Particolare enfasi ebbe un episodio, ancora oggi controverso, relativo al trattamento di un paziente di Freud con la cocaina.
               Ernst Fleischl von Marxow, fisiologo e dunque collega di Freud, a causa di forti dolori provocati da una ferita procuratosi durante un'operazione chirurgica, aveva costante necessità di assumere morfina. Questa sostanza, però, aveva comportato in Fleischl una vera e propria dipendenza. Consigliato da Freud, egli iniziò ad assumere invece cocaina, convinto, con il suo medico, delle virtù di questo stupefacente. Marxow sarebbe morto qualche anno dopo, in condizioni pietose. Non venne mai chiarito se la sua morte fosse stata una conseguenza fatale della sviluppata dipendenza da cocaina.
               Comunque, le malevole voci su Freud e sui suoi interessi per la cocaina, che a detta di alcuni avevano condotto il medico stesso a essere dipendente dalla sostanza, lo spinsero ad abbandonare definitivamente le sue speranze di promuovere la cocaina nell'ambiente medico.

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