More - Un 'trip' nel cinema psichedelico di fine anni '60

More è un film del 1969 diretto dal regista francese Barbet Schroeder, con la colonna sonora scritta interamente dai Pink Floyd. Il film narra l'esperienza di una coppia di giovani, Stefan e Estelle, nell'epoca dell'esplosione del movimento hippie in Europa.

Un'avventura amorosa nell'era hippie

L'ambientazione del film è duplice e comprende da una parte Parigi, da cui parte la vicenda del protagonista, Stefan, un neo-laureato in cerca di avventure, e dall'altra Ibiza, meta europea dello svago e dell'eccesso per eccellenza. In effetti, è proprio Ibiza il luogo in cui si consuma buona parte della vicenda narrata dal film.

     Senza svelare nei dettagli la trama, tutta quanta la storia è mossa dalla volontà del giovane Stefan di vivere liberamente la propria gioventù. Questa sua volontà esplode poi quando egli conosce Estelle, una giovane ex eroinomane con un bagaglio di esperienze psichedeliche decisamente più importante di quello di Stefan, che proprio da lei viene iniziato al mondo delle droghe. La voglia di vivere nuove esperienze così come la necessità di trovare qualcosa di cui vivere spinge i due verso Ibiza, dove la passione amorosa si accende così come l'esperienza lisergica vera e propria, che già rivela i propri effetti sconvolgenti e deleteri. La curiosità e la volontà di aumentare la soglia di evasione dalla realtà spinge Stefan a sperimentare l'eroina, facendo ricadere nella voragine la stessa Estelle. Entrambi diverranno presto assuefatti dalla sostanza, aprendo le porte ad una dipendenza che condurrà al (non inaspettato) tragico finale.

I Pink Floyd nel film: la colonna sonora di More

E' abbastanza sorprendente constatare come la colonna sonora del film di Schroeder sia scritta interamente dai Pink Floyd. Nel '69 non erano certo i Pink Floyd che tutti conosciamo, ma la band era comunque in una fase importante. Dopo la pubblicazione di Piper At The Gates Of Dawn (1967) e A Saucerful Of Secrets (1968) e l'abbandono di Syd Barrett per crollo psichico, la band si era aggiudicata un ruolo di punta nella scena rock psichedelica non soltanto europea. Anche se di certo non era estranea al movimento hippie di allora, è curioso notare come i Pink Floyd si presentino in prima fila in una produzione filmica che proprio dal movimento hippie prende le mosse. Rispetto ad altri gruppi, in effetti, i Pink Floyd si distinguevano per un certo atteggiamento intellettuale che, se da una parte non ripudiava le libertà hippie come al tempo faceva, ad esempio, Frank Zappa, certo non sempre era alla portata di caotiche masse che si recavano ai raduni spesso per evadere dalla quotidianità di una società che si faceva sempre più alienante e che non sempre erano in grado di apprezzare la verve cosmica a tratti neoclassica dei Floyd.
Ad ogni modo, l'album è certo ben realizzato, e contiene alcuni pezzi di rock psichedelico davvero pregevoli, come Cirrus Minor, The Nile Song, More Blues.

Nichilismo ed edonismo secondo More

Ci sono varie scene che sarebbero utili ad una descrizione, se non esaustiva almeno consistente, della visione hippie; ma un dialogo, in particolare, ritengo molto significativo e puntuale riguardo alla relazione tra rivoluzione culturale, movimento hippie e uso ricreativo delle droghe. Il dialogo si svolge tra Stefan e Estelle durante il loro soggiorno ad Ibiza:

Estelle: «Questo [riferendosi alla marijuana] rende tutto bello e vivo. L'ero [= l'eroina] ti fa sentire a tuo agio.»
Stefan: «Ah ah! Ecco che cos'è l'ero
E: «Chi si fa di ero vuole sfuggire alla vita. Chi fuma o prende gli acidi vuole dare intensità alla vita. Gli hippy criticano l'ero e i tossici criticano gli hippy che credono di aver scoperto il mondo... Difficilmente si mischiano. Hanno vite completamente diverse.»
S: «Quindi tu sei un'eccezione?»
E: «Sì...»

Questo dialogo mette in luce una contrapposizione, discussa fin dalle prime diffusioni di massa delle droghe ricreative, tra droghe buone e droghe cattive. Il film e il suo finale sembrano patteggiare per le prime (fumo, acidi); ma i suoi protagonisti rivelano anche che una divisione così netta non sempre è realisticamente possibile, e che il viaggio di evasione dalla realtà e di esplorazione della coscienza può raggiungere anche il fondo di un baratro senza risalita.

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