(Ri)scoprire la poetica mortifera dei Black Sabbath ai tempi del Coronavirus

In questi mesi ho ascoltato assiduamente i Black Sabbath, in particolare i loro primi album (Black Sabbath, Paranoid, Master of Reality). Non ho potuto fare a meno che associare l'atmosfera mortifera, distruttiva e tossica di molti loro brani alla pandemia che da mesi caratterizza la vita di tutti. In questo articolo, vorrei mostrare come l'ascolto della famosa band britannica possa rivelarsi molto interessante e catartico in questo periodo.



Background storico e artistico

Nata nel calderone di blues, rock, e psichedelia della fine degli anni '60, i Black Sabbath (formazione originaria: Bill Ward alla batteria, Geezer Butler al basso, Tony Iommi alla chitarra, Ozzy Osbourne la voce) si sono distinti, fin dal loro album d'esordio (Black Sabbath, 1970) per le sonorità particolarmente distorte e "oscure", i ritmi e i tempi quasi brachicardici e i testi inconfondibilmente sinistri. Anche se il loro primissimo album non venne accolto benevolmente dalla critica del tempo, oggi esso è considerato una pietra miliare nella nascita dell'heavy metal e contiene alcuni dei brani più iconici e noti del gruppo.

In effetti, se i Black Sabbath nascevano dal crocevia di varie esperienze musicali (il blues-rock dei Cream, l'hard rock dei Led Zeppelin, la psichedelia di Jimi Hendrix), è anche vero che, fin da subito, essi sentirono una forte esigenza di rottura nei confronti del contesto in cui si trovavano. Questo è piuttosto evidente se percepiamo le atmosfere dei loro brani. Questi si caratterizzano per delle sonorità sinistre, a tratti demoniache, spesso portatrici di un messaggio di morte. E' chiaro come questi tratti salienti fossero in pieno contrasto con il "flower power" degli hippie degli anni '60-'70. L'intento dei BS non era affatto quello di diffondere o manifestare l'amore universale tanto decantato dai portavoce della rivoluzione culturale. Al contrario, i BS volevano apertamente mettere in luce gli aspetti oscuri, violenti e finanche maligni della vita. Non necessariamente per esaltarli, ma almeno per metterli in mostra e manifestare e indurre consapevolezza della loro esistenza. L'Apocalisse, il Male e la morte smettevano di essere argomento di tabù e finivano per acquisire piena dignità artistica. Non si trattava certo di contemplazione filosofica; tutti questi aspetti della vita venivano calati in atmosfere medievali, popolate da demoni, streghe e riti mefistofelici: una inquietante, anche se affascinante, palude in cui ribollono e prendono forma le più oscure paure della civiltà occidentale: l'irrazionalità, la morte e la distruzione totale.

Anche se non si tratta in assoluto del primo gruppo a mettere in mostra gli aspetti più crudi e nichilisti della realtà (ben prima di loro, nel 1967, i Velvet Underground avevano esordito inaugurando il rock psichedelico di matrice nichilista con The Velvet Underground & Nico), i Black Sabbath furono tra i primissimi a conferire ai temi sinistri sonorità, ritmi e testi davvero caratteristici, dando vita, di fatto, all'heavy metal, nonché ad altri generi come lo stoner e il doom.

Congiunzioni odierne: Black Sabbath e COVID-19

Ma cosa lega la situazione di crisi sanitaria attuale e la band britannica? Questi mesi hanno chiaramente mostrato la vulnerabilità dell'uomo e delle sue opere di fronte a eventi non prevedibili come un contagio su scala mondiale. La musica dei Black Sabbath, in questo contesto, ha una duplice funzione pedagogica. Anzitutto, ci insegna che la morte esiste e può anche essere molto vicina a noi, indipendentemente dalle nostre aspettative e speranze. In secondo luogo, se pure non vogliamo abbracciare quelle pulsioni di morte, dovremmo quantomeno riconoscerle nella vita di tutti i giorni e essere in grado di dargli un significato. Queste pulsioni possono avere certo un significato artistico ed estetico; è sicuramente legittimo esaltare, in senso artistico, la decadenza e la morte dell'uomo così come è legittimo esaltarne le vette e i traguardi positivi; ma possono anche avere un esito catartico: riconoscendo dignità e consistenza alla morte, di fatto la proiettiamo al di fuori, la personifichiamo in un certo senso, e dunque la respingiamo, allontaniamo, mortifichiamo. Piuttosto che sopprimere quelle pulsioni, sembra molto più sensato farle emergere per poi distruggerle; questo, penso, sia uno degli insegnamenti più importanti dei Black Sabbath oggi.

Ascolti consigliati

Anche se l'ascolto integrale di almeno i primi tre album summenzionati è altamente consigliato, di seguito elencherò alcuni dei brani che ritengo più in linea con quanto ho scritto oggi, dandone anche una breve descrizione e un inquadramento contestuale. Indico dapprima il nome del brano, e tra parentesi l'album di provenienza.

Black Sabbath (Black Sabbath)

Primo brano dell'album d'esordio della band, è di fatto un vero e proprio manifesto artistico. La pioggia e le campane funeree nell'introduzione anticipano già l'atmosfera apocalittica e satanica che sarà una costante di questo come degli album successivi. Il testo del brano descrive appunto una sorta di Armageddon in cui a farla da padrone sono la paura viscerale e le fiamme sataniche che pervadono il mondo ormai in fase di irrecuperabile distruzione.

The Wizard (Black Sabbath)

Quasi un inno d'esorcismo rispetto alla traccia precedente, il brano descrive l'arrivo di una non meglio precisata figura di mago (anche se sembra sia stata ispirata almeno in parte dal Gandalf di Tolkien) che, con il suo incedere calmo e silenzioso, scaccia il maligno grazie al suo potere che "procura a tutti beneficio e senso di pace" oltre che liberazione dal male.

N.I.B. (Black Sabbath)

Dopo la parentesi escatologica del mago, ecco che l'impeto demoniaco torna in pompa magna con questo brano, il cui titolo è stato avvolto dal mistero per anni. Molti fan avevano concluso che l'acronimo stesse per 'Nativity In Black', ad indicare la nascita dell'Anticristo. In realtà, le dichiarazioni dei membri della band hanno indicato come nib ('pennino') non fosse altro che un soprannome per il bassista del gruppo, per via del suo pizzetto "affilato".
Il brano, quasi un rock 'n' roll rovesciato, è l'inno di Luficero che si rivolge all'ascoltatore per donargli il suo amore e chiedergli di unirsi a lui:

«Look into my eyes, you'll see who I am
My name is Lucifer, please take my hand

Oh yeah!

Follow me now and you will not regret
Leaving the life you led before we met
You are the first to have this love of mine
Forever with me till the end of time»

Evil Woman (Black Sabbath)

Si tratta della una cover di un brano del 1969 dei Crow. Ciononostante, il brano si inserisce bene nell'album portando il male a livelli più terreni e meno trascendentali di altre tracce. Si parla di una donna malvagia che tenta di giocare con i sentimenti dello sventurato di turno.

War Pigs (Paranoid)

La traccia d'apertura del secondo album è un inno contro le azioni distruttive di politicanti guerrafondai e generali, descritti come 'stregoni della morte'. Il male è di nuovo protagonista della musica dei Sabbath, anche se stavolta è additata ad uno specifico settore della società umana, quello dell'attività bellica e di tutte le sue organizzazioni.
Non è chiaro se la canzone sia un inno generico contro la guerra, o se il riferimento di fondo sia nei confronti della guerra del Vietnam. Geezer Butler ha affermato a più riprese che il testo fosse una protesta aperta nei confronti di quel conflitto e di un eventuale coinvolgimento del Regno Unito. Al contrario, Ozzy Osbourne ha dichiarato che il gruppo non sapeva "letteralmente niente" sulla guerra del Vietnam e chi si trattò di una generica canzone contro la guerra.

Paranoid (Paranoid)

La traccia che dà il titolo all'album è la sofferta dichiarazione di un individuo che non riesce più a dare un significato alla vita e cerca disperatamente qualcuno che posso aiutarlo ad occupare il suo cervello e a godersi la vita, anche se teme che 'sia troppo tardi'.

Planet Caravan (Paranoid)

Il brano è noto per essere in evidente contrasto, dal punto di vista sonoro, rispetto alla norma del gruppo. Si tratta di una ballata in stile space rock che racconta il viaggio cosmico di due figure che insieme attraversano i cieli, le sue stelle e i suoi pianeti. 

Iron Man (Paranoid)

E' uno dei brani più noti della band, e in assoluto uno dei più celebri della storia del rock. Il protagonista del brano è una figura metallica (L'Uomo di Ferro) che, dopo aver tentato di comunicare con l'umanità per avvertirla da un imminente disastro globale, viene da questa rifiutato e decide di attuare la propria vendetta, rendendo se stesso il fautore di quella carneficina apocalittica che avrebbe voluto originariamente scongiurare.

Electric Funeral (Paranoid)

E' un memento mori («Reflex in the sky\Warn you are gonna die») che lega la fine dell'umanità a una escalation distruttiva di tipo atomico. Di nuovo il tema della morte, ma stavolta in linea con i timori nucleari dell'epoca immediatamente precedente e di quella coeva alla pubblicazione dell'album.

Hand of Doom (Paranoid)

In questo caso la guerra del Vietnam sembra aver avuto un impatto certo sul testo della brano. Questo parla di un reduce di guerra che, in seguito ai traumi psicologici e fisici subiti durante il conflitto, sviluppa una dipendenza da droghe pesanti (il riferimento è in particolare all'eroina). Queste danno un senso di appagamento istantaneo, ma che «won't last». Al contrario, l'assuefazione condurrà ad un progressivo decadimento e ad una morte penosa:

«Head starts spinning 'round
You fall down to the ground
Feel your body heave
Death's hand starts to weave
It's too late to turn
You don't wanna learn
Price of life is high
Now, you're gonna die»

La base ritmica della canzone fa da architrave ad un brano che evoca un senso di maledizione e morte. Proprio questo, insieme ad altri brani dei Black Sabbath, in effetti, vengono indicati tra i principali precursosi del genere chiamato doom o doom metal

Children of the Grave (Master of Reality)

Un altro monito rivolto all'umanità, che incoraggia i 'bambini di oggi' a diffondere il messaggio d'amore contro la 'paura atomica' che, se lasciata agire, li condurrà prematuramente alla morte (diverranno, cioè, i 'children of the grave' a cui rimanda il titolo).

Solitude (Master of Reality)

Si tratta di nuovo di una ballata. Il retrogusto stavolta è quasi medievale, e il brano esprime la sofferenza della solitudine e il timore per un futuro avvolto in un 'deserto oscuro'.

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