1973: La crisi petrolifera e i Pink Floyd
Il 1973 fu un anno di fondamentale importanza per la storia dei Pink Floyd e del rock in generale. E' questo infatti l'anno in cui la band pubblica l'album The Dark Side of the Moon. Il singolo estratto da questo album, Money, ottenne immediato successo ed è in assoluto una delle più celebri e meglio riuscite canzoni dei Pink Floyd.
Il brano, come si può intuire dal titolo, ha come tema principale il potere del denaro. Potere però non esaltato, bensì condannato in quanto principale strumento di una società che ricerca il profitto per il profitto, la società del capitalismo sfrenato. Ad un'analisi del testo, è evidente la profonda condanna di questo sistema, tanto ingiusto quanto moralmente discutibile.
Per ironia della sorte, il 1973 è anche l'anno in cui il mondo è sconvolto dalla "crisi energetica", una delle diverse che si sarebbero verificate negli anni a venire. L'Occidente vide così un arresto della crescita economica e produttiva degli anni precedenti e soprattutto vide messo in discussione il controllo totale delle potenze occidentali sulla produzione e la vendita delle risorse petrolifere.
Questa coincidenza di eventi mi offre quindi l'opportunità di trattare parallelamente le tematiche affrontate nel pezzo dei Pink Floyd e gli eventi socio-economici che avrebbero portato a considerare quest'anno come uno dei più difficili e problematici dell'epoca contemporanea.
La canzone
Money ruota attorno ad un geniale giro di basso ideato da Roger Waters. La canzone è musicalmente strutturata come un pezzo di blues-rock: un genere musicale certo non usuale per i Pink Floyd (decisamente più progressive), ma che ha di volta in volta rappresentato un preziosa risorsa per la band e soprattutto per il chitarrista David Gilmour, che ha uno stile solista tipicamente bluesy.
A livello ritmico, da notare bene il tempo in 7/4 riconoscibile fin da subito. La strumentazione di base (basso, chitarra, batteria e tastiere) è arricchita dalla presenza del sassofono (Dick Parry), che è anche protagonista di uno stupendo assolo. Uno dei due, perché l'altro è opera di Gilmour, ed è riconosciuto come uno dei migliori della storia del rock.
Nel complesso, si tratta di una miscela esplosiva di blues rock e atmosfere desertiche e allucinate, quasi psichedeliche, inserite in una struttura ritmica assolutamente orecchiabile.
Il testo
Money, get awayGet a good job with more pay and you're O.K.Money, it's a gasGrab that cash with both hands and make a stashNew car, caviar, four star daydream, 5Think I'll buy me a football team
Money, get backI'm all right, Jack, keep your hands off of my stack.Money, it's a hitDon't give me that do goody good bullshit 10I'm in the high-fidelity first-class traveling setAnd I think I need a Learjet
Money, it's a crimeShare it fairly but don't take a slice of my pieMoney, so they say 15Is the root of all evil todayBut if you ask for a rise it's no surprise that they're giving none away
Il testo è costituito da tre strofe, costruite in modo parallelo: dapprima si invoca il denaro, e subito dopo si ricorre ad uno stereotipo della società dei consumi e si danno "consigli di vita" (v.2 "Trovati un buon lavoro con paga più alta e sei a posto", v.4 "Prendi quei soldi con entrambe le mani e fanne scorta"); il tutto è concluso, in concomitanza con i turn around, da una presentazione dei frutti, o meglio degli eccessi, di una vita lussuosa e moralmente povera (macchine nuove, caviale, jet).
L'ultima strofa è forse però più significativa perché presenta, di riflesso, ciò che davvero è la società del profitto ( in cui, v. 16, il denaro è "la radice di tutti i mali") e quali condizioni impone a chi non si trova ai vertici della piramide sociale (per cui, v.17, "se chiedi un aumento non c'è da sorprendersi se non te lo daranno mai"), con evidente riferimento alle ingiustizie di cui poteva essere vittima la classe operaia.
L'ultima strofa è forse però più significativa perché presenta, di riflesso, ciò che davvero è la società del profitto ( in cui, v. 16, il denaro è "la radice di tutti i mali") e quali condizioni impone a chi non si trova ai vertici della piramide sociale (per cui, v.17, "se chiedi un aumento non c'è da sorprendersi se non te lo daranno mai"), con evidente riferimento alle ingiustizie di cui poteva essere vittima la classe operaia.
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