Black History Month: Parte II - Approfondimento ritmico: Shuffle e swing

Nei primi anni '30 Duke Ellington cantava It Don't Mean a Thing (If It Ain't Got That Swing), che divenne un celeberrimo motto oltre che uno standard jazz. 
Ma cosa significa avere swing? E cosa distingue uno che ha lo swing da uno che non ce l'ha?

Lo swing, così come lo shuffle, è un concetto ritmico difficilmente esprimibile a parole. Ricorrere a nozioni teoriche è sicuramente utile; eppure fermarsi al livello della notazione scritta non è sufficiente per (far) comprendere un concetto ritmico che è evidente soltanto nella sua effettiva realizzazione.

Da un punto di vista teorico, un ritmo swing consiste nella manipolazione di una successione di ottavi che non vengono più suonati in maniera "quadrata" (cioè con durata equivalente), ma estendendo la durata del primo ottavo e riducendo, di conseguenza, quella del secondo. Gli ottavi vengono quindi eseguiti con ritmo terzinato.

 

L'origine di questo atteggiamento ritmico è fatto risalire in genere all'Africa sub-sahariana, e in particolar modo al Mali. Più in generale, l'idea di "fluttuare" tra le note è propria della musica di questa parte del mondo (vedi Parte 0) ed era di fatto estranea alle musiche di tradizione europea (colte o no) e di fatto differenzia drammaticamente le musiche black da quelle occidentali.

 

Esiste una differenza tra ritmo shuffle e ritmo swing? In effetti sì, anche se è molto sottile e riguarda l'accentazione delle note. Uno shuffle è strutturato in generale in questo modo: 

Quindi, una successione terzinata di un ottavo seguita da una pausa del valore di un ottavo: ta-tata-tata-tata.

Uno swing invece è strutturato così:

Una successione terzinata di un ottavo seguita da una pausa del valore superiore ad un ottavo (e tendente al quarto) seguita da un ottavo e così via: ta--ta-tata--ta-tata--ta-tata.

 

Quanto è importante avere lo swing per un musicista? Il discorso è piuttosto relativo: se i fondatori del Jazz la ritenevano una proprietà imprescindibile della loro musica, esistono notoriamente grandi jazzisti "poco swinganti" e abbiamo assistito nel corso degli anni a sviluppi di derivati del Jazz senza swing (parte del free-jazz e molto della fusion).

Finora abbiamo fatto riferimento alla componente strettamente ritmica (batteria, percussioni, strumenti di accompagnamento ritmico), ma ovviamente il discorso si estende a tutti gli aspetti della black music, dalla melodia all'improvvisazione. Come si fa a capire se si ha lo swing? È possibile apprenderlo e utilizzarlo consapevolmente? Il discorso diventa un po' fumoso. Ad ogni modo, il primo passo per interiorizzare lo swing è, dopo aver appreso le nozioni teoriche, imparare a riconoscerlo. A questo proposito, trovate qui sotto una playlist appositamente creata per questa finalità: essa contiene alcuni famosi brani blues/jazz (con alcuni incursioni pop), non tutti "swinganti". Provate ad ascoltare e a capire, per ciascun brano, se è suonato con swing o senza swing (un ulteriore passo sarebbe riuscire a specificare se si tratta di uno shuffle oppure di uno swing vero e proprio). A questo link trovate le soluzioni.

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